La madre di tutte le danze: Simon Njami su “Why Africa?”

Andrew Tshabangu, On sacred ground, 2008.

2020“Perché l’Africa?” Davanti alla domanda, il primo impulso è stato quello di imitare l’attore americano che recita nella pubblicità del caffè, e rispondere: “What else?”. “Cosa, altrimenti?”

Destabilizzante, ironico, diretto. Queste le prime righe della risposta del nostro advisor Simon Njami ad una domanda che vuole provocare, smuovere idee precostituite su un intero continente. Una domanda che dà il titolo alla nostra rubrica su Doppiozero e che non poteva che pungolare il pensiero critico di un intellettuale che da sempre accompagna, sostiene e stimola il percorso di lettera27.

Simon Njami raccoglie la sfida e ci regala una risposta lunga tutto un articolo, e si sviluppa in un percorso molto soggettivo che non si accontenta di un solo punto interrogativo: incalza il dubbio, apre altre domande, espande la prospettiva. Seguiamo Njami in una danza che apre una fessura sulla sua storia personale e ci invita ad entrare in un’ampia riflessione sulla transitorietà e il rispecchiamento tra identità soggettiva e identità collettiva. Ripercorriamo questo cammino tra le ombre dell’identità africana di uno dei principali curatori contemporanei. Rileggiamo insieme La madre di tutte le danze, uno dei contributi più intensi e poetici alla nostra rubrica “Why Africa?”.


Immagine: Andrew Tshabangu, On sacred ground, 2008.

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