La direttrice esecutiva Kimberly Aceves-Iñiguez si dedica con passione da oltre vent’anni all’attivismo nel campo della giustizia sociale per dare voce e potere ai giovani, alle comunità LGBTQ+, di colore e operaia nell’area della Baia di San Francisco. Prima di diventare direttrice esecutiva di RYSE, Kimberly era direttrice esecutiva di Youth Together, l’organizzazione da cui è poi nato il RYSE Center.
Kanwarpal Dhaliwal è una dei cofondatori di RYSE e attualmente ricopre il ruolo di Associate Director. Supporta e guida l’esecuzione e l’integrazione dei programmi volti a risolvere problematiche legate a temi di giustizia sociale e, inoltre, sviluppa, promuove e difende politiche, investimenti, attività e ricerche che animano il dibattito su salute, giustizia e liberazione. Kanwarpal crede che l’obiettivo del suo lavoro e della sua vita sia dare il proprio contributo a movimenti, comunità e alla storia della liberazione e onorare gli antenati che hanno combattuto per la loro esistenza e sopravvivenza, e per plasmare un nuovo mondo che sia giusto e gentile per le generazioni future.
“Si tratta di muoversi attraverso partnership, portare avanti attività culturali per migliorare noi stessi, le comunità e il sistema.”
“Quando i giovani hanno iniziato per la prima volta a sognare e immaginare lo spazio rivoluzionario a Richmond nel 2002, erano sicuri che musica, arti, cultura, giustizia e salute dovessero essere al centro dell’opera. Questi giovani luminari hanno immaginato un mondo dove sia la loro creatività che il loro cuore avesse un luogo sicuro per reinventare e sognare tutto quello che stiamo dimostrando oggi”.
RYSE Center si trova a Richmond, in California. Il centro culturale è stato aperto nel 2008, mentre la città assisteva a un aumento del tasso di violenza. Richmond porta il peso di numerose disparità e affronta la continua de-umanizzazione, stigmatizzazione e criminalizzazione da parte di scuole, polizia, media, comunità e apparati pubblici. Queste disparità si traducono in uno sproporzionato tasso di omicidi, violenza, abbandono della scuola e misure disciplinari punitive, povertà, disoccupazione e problemi di salute mentale. RYSE lavora per curare e risolvere le lacune istituzionali che mettono i giovani di queste comunità a rischio.
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Emir Hassani è musicista, insegnante e direttore dei programmi della Mitrovica Rock School, sinonimo di istruzione di qualità nella musica popolare, insegnamento di abilità per entrare nel mondo del lavoro, e reinserimento del “rock” a “Rock City”.
“E siamo riusciti in tutti questi anni a mantenere la stessa cosa, il che è stato sempre difficile a causa dei finanziamenti. Se non fai qualcosa di interessante con ogni progetto, qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso, allora è difficile mantenere la scuola finanziata. In qualche modo ci siamo riusciti, il che è stato importante per noi a causa di quei piccoli passi che richiedono anni e anni per essere creati. Ma dopo questo periodo, quando si vede nel suo complesso, non sembra un piccolo sforzo”.
Il conflitto in Kosovo ha diviso Mitrovica. Gli albanesi vivono a sud del fiume Ibar, i serbi a nord. La Mitrovica Rock School collega gli adolescenti serbi e albanesi attraverso la musica. Riporta una tradizione musicale che rende orgogliose entrambe le parti e investe nei giovani della città. Rappresentano un’istruzione di qualità nella musica popolare, l’insegnamento di abilità per accedere al mondo del lavoro e il ritorno del “rock” a”Rock City”.
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Claude Bunny Massassa è un’artista contemporanea del Gabon, che nel 2016 ha fondato Bunny Studio, una start-up dedicata alla produzione fotografica, diventata DWABI Studio nel 2021. Come artista ha rappresentato il Gabon in numerose esposizioni internazionali in Senegal, Uganda, Francia, Stati Uniti e Italia. Con la sua arte denuncia i pregiudizi sociali su questioni di identità e salute mentale ed esplora temi quali la tradizione e i miti.
“Tralasciando il fatto che la creatività è innata in ognuno, la cultura è un elemento fondamentale per lavorare con questi strumenti creativi. Identificare da dove provenga la tua creatività, da quale contesto storico e sociale, per svilupparla ancora di più”.
“Noi siamo qui per cambiare le cose, perché gli artisti abbiano spazio e risorse per realizzare ciò che vogliono. Senza pensare a budget di produzione, setting, limiti di tempo, e tutte quelle cose di cui ci occupiamo, loro possono concentrarsi sulla propria arte”.
Il nuovissimo studio creativo a Libreville offre servizi di produzione fotografica e video nel loro spazio unico in Gabon. Per i professionisti e non del settore creativo la mancanza di opportunità e accesso alla strumentazione necessaria ad affinare le proprie abilità e rifinire le proprie creazioni è deleterio per la scena creativa. DWABI Studio è nato con l’intento di stimolare la creatività del posto e permettere ad artisti e attività di esprimere sé stessi liberamente, eliminando le barriere tecnologiche e offrendo tutti gli strumenti necessari per crescere.
Sagal Ali è la fondatrice e direttrice esecutiva di Somali Arts Foundation (SAF). Dopo alcuni anni di esperienza nel settore culturale e nella conservazione del patrimonio, Sagal ha deciso di lanciare un’iniziativa per supportare direttamente i giovani creativi in Somalia, avviando la propria fondazione. La sua speranza è di riuscire a eliminare le discriminazioni e le disuguaglianze che le donne somale sperimentano sia nella società che nella scena artistica.
“Donne e giovani ragazze in Somalia non hanno voce nel dibattito politico e sociale dai tempi della guerra civile, viviamo in una società fortemente dominata dagli uomini, soprattutto per quanto riguarda l’accesso a posizioni decisionali e più esposte. La narrazione femminile è raramente al centro del dibattito pubblico; dobbiamo, quindi, prendere parte attiva e spostare l’ago della bilancia”.
La Somali Arts Foundation è la prima istituzione di arte contemporanea in Somalia e si occupa di offrire corsi di formazione in fotografia, cinematografia e produzione di contenuti per giovani donne creative a Mogadiscio. SAF cerca, inoltre, di promuovere e creare luoghi d’incontro dove far crescere il settore culturale in Somalia, sfruttando le arti per avviare conversazioni critiche attorno ai concetti di identità, memoria, perdita, guarigione e su cosa significa essere “Soomaali” nel XXI secolo.
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Quando Kitambo è nata, l’obiettivo delle cofondatrici Catherine Dunga e Marleen Palmaers era colmare la distanza tra la popolazione di origine africana emigrata in Colombia e il racconto del continente africano. Rispettivamente di Kinshasa e Anversa, le due lavorano per connettere artisti attivi nel continente africano e i loro colleghi della diaspora in Colombia.
“Significa essere in grado di trascendere le idee tradizionali e inventare nuove regole, nuove interpretazioni e nuovi modi di fare le cose. L’arte trasforma, cura e trascende tutto. Aiuta a esprimere molte emozioni”.
“Sin dall’inizio, era importante per i giovani di Siloé essere in grado di raccontare le proprie storie perché sono veramente stigmatizzati, sono associati a un mondo di violenza e pericolo, e vogliono mostrare altro del loro territorio. Questo progetto li ha aiutati a raccontare la propria storia come volevano e farla conoscere alle persone”.
Kitambo è un’organizzazione no-profit di Bogotà che promuove l’arte africana contemporanea in Colombia e in America Latina, invita a scoprire le creazioni degli artisti colombiani interessati a indagare l’identità diasporica e africana e racconta le loro storie, affrontando i problemi di memoria e identità.
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Martha Kazungu è una curatrice, una storica dell’arte e la fondatrice di Njabala Foundation, un’organizzazione che cura mostre periodiche e organizza dibattiti pubblici con il fine di creare un posto sicuro dove le artiste possano crescere e fiorire.
Martha è un’innovatrice dell’arte femminista in Uganda, il suo viaggio nella costruzione del suo spazio artistico e il lavoro che fa per combattere le disparità di genere la rendono una pioniera della scena artistica ugandese.
“Pensavo che ci fossero così tanti modi per avvicinarsi alla scena artistica e supportarla, ma per me, essendo molto sensibile al ruolo della donna e anche alla sua condizione nel settore, credevo avesse senso focalizzarmi su questi temi e dare tutta me stessa e poi lasciare che le altre persone vengano e si concentrino su ciò che ha più senso per loro”.
“Sono seriamente preoccupata dal fatto che non ci siano curatori in questo paese, sono preoccupata che le donne artiste siano state sottorappresentate. Sono preoccupata dal fatto che l’educazione artistica sia fortemente criticata. Ma con le risorse abbiamo, possiamo aggiornare i programmi e i progetti che possono rispondere direttamente ai bisogni, alle esigenze del territorio in questo contesto”.
Njabala è un movimento multiforme che trae ispirazione da un popolare mito ugandese di Njabala per facilitare le conversazioni sulla femminilità. Ha lo scopo di curare mostre periodiche e organizzare un programma pubblico di attività volte a creare spazi sicuri per la crescita e lo sviluppo delle artiste.
Per agevolare la possibilità che il lavoro delle artiste venga notato, Njabala Foundation propone diverse campagne contro la disparità di genere nel mondo dell’arte organizzando esposizioni artistiche ed eventi esclusivamente finalizzati a mettere in luce il loro lavoro.
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Mazi Mutafa è il fondatore e direttore esecutivo di Words, Beats & Life che ama mettere al centro dei suoi progetti di educazione artistica le voci emarginate. Mazi conduce anche uno show hip-hop con performance e interviste a MC, poeti, DJ, produttori e vocalist ed è stato docente ospite in diverse università.
“In definitiva, noi esistiamo per risvegliare l’artista, il creativo, lo scrittore interiore e aiutare i giovani a comprendere la connessione tra le cose che stanno imparando a scuola e la loro abilità di usare queste per trasformare loro stessi e poi le comunità di cui fanno parte”.
“Io credo che ciò che realmente conti, sia che i nostri studenti vedano l’impatto nel mondo reale di ciò che imparano a fare e in cui migliorano e che esiste una comunità di persone là fuori che supporta la loro continua evoluzione da un punto di vista privilegiato, tenendo anche a mente che non è importante solo per me o la mia famiglia, ma è effettivamente importante per tutta la comunità”.
Words, Beats & Life è un’organizzazione no-profit che si occupa di offrire una formazione artistica ai giovani di Washington D.C. e sostiene la forza trasformatrice della cultura hip-hop in tutte le sue forme.
L’obiettivo è investire nell’ecosistema creativo di Washington D.C. per usare la loro lunga lista di artisti e innovatori come esempi viventi di ciò che la creatività dei giovani della città può fare con i giusti strumenti e le migliori figure di riferimento. WBL incoraggia artisti, aspiranti tali e amanti dell’espressione artistica a creare, migliorare e ridisegnare la realtà che li circonda per testimoniare che il nostro talento individuale e collettivo può apportare un cambiamento positivo.
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Kikelomo Oludemi è una DJ di Berlino, host di Boiler Room e co-fondatrice di Oroko Radio. Cresciuta con influenze musicali provenienti da ogni parte del mondo, Kikelomo si sta creando il proprio spazio nell’industria musicale e sta costruendo una piattaforma per quanti hanno bisogno di essere ascoltati.
“Vorrei mostrare non solo tutto ciò che di meraviglioso proviene dal Continente, ma anche dalle collaborazioni tra queste comunità intorno al mondo.”
“Che sia essere nera, essere una donna o dell’Africa occidentale, la mia identità gioca naturalmente un ruolo nello sviluppo del mio suono, ma non voglio che ciò passi in primo piano rispetto al modo in cui mi muovo nel settore. Innanzitutto, voglio che le persone mi rispettino per la musica che suono e le mie capacità.”
Con più di 70 artisti residenti da 15 paesi in 4 continenti, Oroko Radio & Artist Residency punta a connettere, ispirare e sostenere i giovani provenienti dal continente africano sparsi in tutto il mondo attraverso il dialogo e la collaborazione. Oroko Radio offre un palco a musicisti, DJ, intellettuali, moderatori e content creators locali: è un centro indipendente per esprimere sé stessi e le proprie idee attraverso il suono e anche una piattaforma per condividere il contenuto generato attraverso le residenze.
Alicia Hansen è una fotografa e insegnante di New York. Ha fondato NYC SALT nel 2008 e, oltre a trasmettere importanti competenze creative ai suoi alunni, ha sviluppato un sistema di supporto a lungo termine per esaltarle attraverso la scuola e nelle loro precoci carriere artistiche.
“Si tratta di sviluppare approcci fondati sull’apprendimento continuo, la curiosità, l’esplorazione e la capacità di trovare soluzioni ai problemi, sai, pensare a come loro possono essere parte delle loro comunità e del mondo e dare vita alle loro idee artistiche e ciò che vogliono dire attraverso uno strumento veramente visuale.”
“È così rigenerante vedere gli studenti esplorare il loro potenziale creativo senza tutte quelle costrizioni che conoscevano in precedenza, che non debbano fare questo o quello. E penso che ciò porti a sviluppare ancora maggiore creatività.”
NYC SALT è un’organizzazione no-profit di Washington Heights, Manhattan che mira a coinvolgere, ispirare e incoraggiare giovani emarginati di New York a raggiungere il loro pieno potenziale attraverso fotografie, video e una comprensione del settore delle arti visive.
SALT crea opportunità nelle arti figurative e percorsi verso il college e la professione per i giovani newyorkesi provenienti da diversi contesti svantaggiati che vogliono dedicare le loro carriere alle arti, coinvolgendoli in una rigorosa miscela di formazione professionale fotografica, workshop pre-universitari e visibilità professionale
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