Ci sono incontri che “ci cambiano la vita” e incontri che “ci cambiano la percezione del mondo”. E, di conseguenza, ci cambiano – un po’ – la vita. Cambiare la lente di osservazione, modificare lo sguardo, guardare da un’altra angolazione. Più siamo disposti ad aprire lo sguardo, ad amplificare la percezione, più siamo ricettivi, attenti. Possiamo fluire come l’acqua e prendere la forma del contenitore: sia esso un fiume o un bicchiere. Incontrare l’artista Megumi Matsubara è stato un po’ così. Non è stato un caso, Missla Liebsekal di Another Africa ci ha suggerito di incontrarla a Milano, alla Fonderia Battaglia. Luogo magico, con una fisicità tangibile; artista straordinaria che lavora con l’invisibile. When we close our eyes, what do we see? Quando chiudiamo gli occhi, cosa vediamo?
Questa semplice domanda, che suona come un ossimoro, ci ha guidato in questa conversazione, che ci ha dischiuso molte altre porte e arricchito profondamente. Missla, in cuor suo, lo sapeva, ma forse neppure lei poteva immaginare quanto “lontano” ci avrebbe portato…una vera esperienza
sinestetica. Toccare, con gli occhi, per credere.
“When we close our eyes, what do we see?”: a simple question posed by a Japanese artist opened a door to an exquisite dialogue upon language and its power to communicate. Another Africa invited Tania Gianesin and Elena Korzhenevich from the Italian foundation lettera27, together with Megumi Matsubara, an artist based between Morocco and Japan, to a roundtable following their encounter in Milan on the occasion of Matsubara’s solo show “A proposal for a textbook to learn Braille, English, and other languages”. Questioning the dichotomy between blindness and vision, the exhibition turned into a memorable departure point that expands ways of seeing.”
Prendetevi una bella tazza di caffè, mettetevi comodi e continuate a leggere su Another Africa*.
Tania Gianesin, direttore esecutivo e co-fondatrice di lettera27
