Il viaggio di un uomo: Roberto Casati riflette sulla metafisica di Dante per The Divine Comedy

Pascale Marthine Tayou: Les cercles de cristal, 2005

Perché la mostra The Divine Comedy all’MMK riunisce oltre 60 artisti africani per offrirci la loro visione del capolavoro dantesco? Perché la Divina Commedia è un’opera universale, che ha parlato a persone differenti per epoca e cultura? Perché continua a farlo attraverso le numerose riletture contemporanee? Ciascuno dei testi presenti nel catalogo dell’evento ci permette di comprendere meglio il senso dell’incontro tra il poema Dantesco e alcuni tra gli autori di riferimento della scena artistica africana contemporanea. Tra questi, il saggio del filosofo Roberto Casati dal titolo Sassi, Ombre, Visioni, pubblicato ora suDoppiozero. Un saggio che, dopo il dialogo tra Simon Njami e Elio GrazioliDivina Commedia africana, ci permette di scendere ancora più in profondità nei retroscena della mostra.

Casati si concentra sulla narrazione, il grado zero dal quale si stabilisce la relazione tra opera e lettore, tra il momento passato della scrittura e quello presente degli autori che lo reinterpretano, a partire da contesti e scenari culturali molto diversi. La Divina Commedia è anzitutto un racconto del cammino di un uomo. Lo studioso ci consiglia di farci trasportare nel luogo e nello spazio nei quali i fatti avvengono. Dobbiamo lasciarci andare al ‘qui e ora’ del racconto per aprirci a quella che Casati definisce una “comprensione spontanea del mondo”. Abbandoniamo quindi le armi della razionalità, entriamo in empatia con Dante che agisce e attraverso l’azione comprende un po’ di più di ciò che ha intorno. Questi sono solo alcuni degli spunti dell’originale chiave di lettura offerta da Casati, che vi invitiamo ad approfondire nella versione completa (in italiano e anche in inglese).

La Divina Commedia è un’opera universale il cui discorso continua a coinvolgerci al di là del tempo e delle differenze culturali perché, nel comporla, l’autore ha preso le conoscenze storiche, teologiche e artistiche e le ha rese un vissuto, il racconto dell’esperienza qualche volta maldestra e imperfetta di un uomo di fronte a ciò che non conosce e non sa spiegare. Il lettore, lo studioso, il regista o l’artista contemporaneo può ripetere infinite volte questa esperienza. Anche gli artisti africani che partecipano alla mostra The Divine Comedy ci permettono in ciascuna opera di ripercorrere il cammino di Dante e accedere a nuove forme della cultura contemporanea.

Il saggio di Roberto Casati Sassi, ombre, visioni è pubblicato sul catalogo “The Divine Comedy – Heaven, Purgatory and Hell Revisited by Contemporary African Artists” (Kerber Editore) su invito del curatore Simon Njami. È gentilmente concesso dall’autore a lettera27 per la pubblicazione su Doppiozero. lettera27 e Moleskine sono partner della mostra The Divine Comedy, attualmente in corso al museo MMK di Francoforte e visitabile fino al 27 luglio.

Foto: Pascale Marthine Tayou, Les cercles de cristal, 2005, The Divine Comedy, MMK Museum für Moderne Kunst Frankfurt am Main, 2014.

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