The Divine Comedy: Il mio Inferno è il luogo della conoscenza. Elio Grazioli intervista Simon Njami

Bili Bidjocka: Grâces & Intentions & Grâces (2014)

Mentre prosegue la mostra The Divine Comedy all’MMK Museum di Francoforte, lettera27 continua ad approfondirne contenuti e retroscena, mettendo in contatto gli autori che hanno reso possibile questo imponente progetto con altri studiosi, artisti e intellettuali nel mondo, ospitati da importanti piattaforme editoriali. Come nel caso della conversazione tra Elio Grazioli, critico d’arte, scrittore e curatore, e Simon Njami, curatore della mostra, pubblicata da Doppiozero.

L’incontro tra la Divina Commedia e l’opera degli oltre 60 artisti africani permette di leggere il capolavoro dantesco come dispositivo di costruzione del sapere, un aspetto di particolare interesse per la mission di lettera27. Grazioli evidenzia infatti come la Divina Commedia abbia inaugurato un archetipo narrativo che traduce il viaggio da un mondo ad un altro come metafora della conoscenza e ha permesso di costruire mappe del sapere da Dante al contemporaneo. Un meccanismo che Simon Njami ha attualizzato e riportato nel presente del continente Africano e delle sue pluralità, invertendo la direzione del viaggiare: dal Paradiso all’Inferno, le opere incluse nella mostra riscrivono la storia e il presunto universalismo occidentale attraverso le visioni di autori cristiani, buddisti, mussulmani, atei, agnostici ed ebrei.

Tra di loro Bili Bidjocka, creatore di Ecriture Infinie, un progetto artistico itinerante, e grazie a Moleskine anche digitale,  che celebra la calligrafia ed il piacere di trasferire i pensieri dalla mente alla pagina attraverso una scrittura a mano su un enorme taccuino che conserverà per sempre la loro traccia. Attraverso queste tracce collettive si crea un tempo infinito, assoluto, come quello della Divina Commedia dantesca, nella quale grandi intellettuali e pensatori di epoche diverse si incontrano in un presente continuo. “Così, attraverso l’esposizione, i viventi sono incaricati di fare il lavoro dei morti, o comunque di quelli che non si vedono. “Racconta Njami a proposito del legame tra Ecriture Infinie e il capolavoro dantesco, “Invitandoli ad aggiungere i loro pensieri nel grande libro, che rimette  contemporaneamente in causa la nostra nozione di spazio e quella di tempo, Bidjoka li inscrive in un’eternità all’opera e in perpetua mutazione.”

Navighiamo questo percorso tra contemporaneità, storia e tempo infinito attraverso le parole di due guide d’eccezione: Elio Grazioli e Simon Njami. Leggi l’intervista completa in italiano.

Immagine: Bili Bidjocka, Grâces & Intentions & Grâces (2014), Installazione, MMK Museum für Moderne Kunst Frankfurt am Main. Foto: Axel Schneider © MMK Frankfurt.

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