lettera27 e AtWork: un nuovo sito e due workshop alle porte

Bili Bidjocka, Ecrtiture Infinie

cover: Bili Bidjocka, Ecrtiture Infinie

Fondazione lettera27, nel festeggiare la sua nuova veste online, organizzerà due sessioni AtWork a Milano con l’artista Bili Bidjocka: dal 24 al 25 Novembre in collaborazione con FARE presso i Frigoriferi Milanesi e dal 29 al 30 novembre, in collaborazione con l’agenzia di comunicazione Leo Burnett, alla Galleria Primo Marella.

Ci sono degli appuntamenti che si fanno sintesi di significati più ampi: sta succedendo proprio in questi giorni, in cui, assieme alla nascita del nuovo sito che raccoglie la vita intessuta di lettera27 in 10 anni, si svolgeranno due puntate eccezionali di AtWork. Il primo, dal 24 al 25 novembre in collaborazione con FARE presso i Frigoriferi Milanesi e il secondo dal 29 al 30 novembre, in collaborazione con l’agenzia Leo Burnett, alla Galleria Primo Marella. Entrambi i workshop saranno condotti da un artista di eccellenza, Bili Bidjocka. Di origini camerunensi, e parigino di adozione, Bili è un partner e amico storico di lettera27. Un’ alleanza nata per affinità elettive attraverso la sua opera monumentale Ecriture Infinie.
L’ ispirazione di questo doppio appuntamento è il Cadavre Exquis: il gioco collettivo surrealista che ha partorito l’idea di una scrittura infinita come mezzo creativo per la produzione di significati che si fondi più sulla relazione che su una forma di coerenza monovocale. È in virtù di questo presupposto che i due workshop dal titolo “Concept vs Slogan. The Group Show. Ecriture Infinie/Cadavre Exquis” raccoglieranno un gruppo formato da giovani talenti creativi provenienti da studi artistici e un gruppo di pubblicitari, attorno a una riflessione divisa in due tempi ma in continuità.

Il primo gruppo apre il gioco, confrontandosi attorno all’idea di un concetto artistico in contrapposizione a quello di comunicazione pubblicitaria. Contrapposizione che ha più valore di contrappunto. Si partirà dalla relazione conflittuale che ad oggi molto spesso si attribuisce a questi due emisferi espressivi, ma lo scopo sarà quello di superare questo stereotipo. Questa prospettiva tra opposti, infatti, verrà messa in discussione. Non si parlerà di approccio giusto o sbagliato, ma solo di modi diversi di fare creatività del XXI secolo.
Come risultato della discussione, partecipanti al primo workshop avvieranno l’esecuzione della propria opera su un taccuino Moleskine che verrà poi completata dai partecipanti al secondo workshop, quello dei pubblicitari di Leo Burnett. Nel corso del secondo workshop infatti, il medesimo percorso verrà proposto anche ai pubblicitari di Leo Burnett. Tale procedimento dunque, sulla base della condivisione, della messa in discussione delle certezze con cui ognuno avrà attraversato la soglia d’ingresso del workshop e la messa in relazione di due output creativi differenti, costituirà una piece artistica. I due gruppi si incontreranno in un secondo momento in una mostra, un Group Show, dei taccuini co-creati, che svelerà il risultato finale del percorso.

La collaborazione con FARE nasce dalla sintonia tra comuni attitudini, programmi e obiettivi. FARE infatti è da anni impegnata, attraverso la sua rete di partner internazionali, nell’ambito della formazione e della mobilità di giovani artisti agendo per lo più con la modalità della residenza. La collaborazione con Leo Burnett costituisce il primo esempio di declinazione del format AtWork nella sfera corporate che si pone come obiettivo quello di dare vita a un’esperienza significativa e profondamente arricchente per i partecipanti e al contempo renderli parte del network artistico internazionale di lettera27 e della sua missione. Tale spazio esperienziale costituirà la messa in pratica di un modello virtuoso dove le esperienze di AtWork Corporate ci permetteranno di continuare ad implementare i workshop nel continente africano.  Infatti il contributo di Leo Burnett per il workshop andrà a finanziare il prossimo workshop in Africa nel 2017. Così la geografia e le competenze, intrecciate in un viaggio AtWork partecipato e interattivo, vivono della necessità di contaminarsi reciprocamente, dando vita, giorno dopo giorno, a una forma di creatività capace di seminare nuovi approcci per l’educazione e la formazione, verso una trasformazione sociale.

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