“Chapter 00”: un nuovo booklet per arricchire la nostra collana

Quando abbiamo iniziato AtWork non potevamo conoscere realmente gli sviluppi pratici che avrebbero preso corpo ogni qualvolta il workshop sarebbe stato attivato. AtWork, infatti, si configura come un processo mai uguale a se stesso, perché tutte le forze in gioco contribuiscono a rendere l’esperienza ogni volta unica nonostante i punti fermi che caratterizzano il workshop. Solo con l’esperienza certi meccanismi, inizialmente conosciuti esclusivamente come potenzialità, potevano rivelarsi in maniera empirica e svelare, a noi per primi, tutte le possibili applicazioni e derivazioni di questo mezzo.

E’ per questo che solo oggi nel 2017, dopo 4 anni di sperimentazione in Africa e nel mondo, pubblichiamo il “Capitolo 00” di questa nostra storia, perché l’idea ha preso forma e sostanza, si è incarnata. Citando l’adagio – la vita va capita all’indietro, ma va vissuta in avanti – oggi possiamo raccontare il punto di partenza e i suoi sviluppi. Dalla visione all’implementazione. Un “coro a cappella” dove ciascuna voce è unica (Io) ma contribuisce all’armonia del tutto (Noi).[1]

Si tratta di un numero retroattivo che racconta la genesi e il suo “perché” attraverso le riflessioni dei suoi ideatori e una collezione di frasi, immagini, ispirazioni e atmosfere provenienti da tutti i workshop realizzati fino ad ora. Una testimonianza unica che permette a chi lo sfoglia di calarsi in prima persona nel mondo di AtWork e sentirsi parte di una community mondiale che ad oggi conta più di 500 AtWorker.

AtWork è oggi alla sua decima tappa e continua il suo viaggio, sempre imprevedibile per certi aspetti ma costante. “Ciò significherebbe, in altri termini, che teoricamente è inutile sapere come va a finire. Perché la fine non è lo scopo della narrazione. E’ la narrazione stessa che determina il proprio oggetto.”[2]

Come tutte le cose potrà cambiare forma, stato, consistenza ma non la sua essenza: uno strumento, un dispositivo educativo per espandere la consapevolezza. Il nostro “attrezzo” è un taccuino, quasi una chiave di volta. E’ tascabile, trasportabile, nomade e itinerante. Un semplice taccuino di pagine bianche che può trasformarsi in qualsiasi altra cosa. E questo ce lo dimostrano gli autori tutti i giorni: il loro dono è unico e insostituibile. Come la conoscenza.

Questo è AtWork: un processo individuale di partecipazione collettiva. Dal confronto e lo scambio di gruppo nasce un taccuino individuale. Ma dentro a quell’artefatto ci sarà inevitabilmente il contributo dell’energia collettiva.

E questo è “Chapter 00” un compendio che racconta passato e presente del format tracciando la direzione per un futuro “AtWork”.

Ora però è il momento di lasciare a voi la lettura di questo nuovo “capitolo”. Potete sfogliare interamente il booklet qui. Buona lettura!

[1] Tania Gianesin, Genesi

[2]Simon Njami, Per una poetica dell’immateriale

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